martedì 2 aprile 2024

Storia di Sandra, una Miss Marple in Lomellina

Sarebbe perfetta.

Occhi azzurri, pelle chiara, un accenno tenue di rosa sulle guance.

Lineamenti delicati. Inglese britannico, cesellato, ma senza fronzoli, da vecchia scuola. Sguardo penetrante, osservatrice acuta, non sempre benevola, non del tutto,  ma in ogni caso comprensiva.

Una perfetta Miss Marple, 


Se fosse un'attrice. 

Ma Sandra al secolo Alessandrina Raitieri, non è un'attrice e non è nemmeno inglese, è una teacher in Lomellina. Una teacher di inglese.

Nasce a Candia, dove ancora vive, a quelli della zona succede di incontrarla mentre passeggia con i suoi bastoncini da north walking, svelta ed eretta nonostante le ottantanove primavere. 

Non è un'attrice ma ha un suo palcoscenico, la biblioteca Piero Maggi dove tiene i suoi incredibili corsi di conversation.

Fa star bene, in certi tardi pomeriggi d'inverno, vederci tutti seduti lì, lei come capotavola e noi intorno, laici discepoli un po' sui generis. 

Laico è un aggettivo che descrive bene il pensiero e i molti punti di vista sulle cose di Sandra. Una libera pensatrice si sarebbe definita un tempo. Una che non ha troppi pregiudizi o paraocchi. 

Più inglese degli inglesi tiene banco, con grazia e misura incomparabili, tra studenti che più eterogenei di come sono non  potrebbero essere, per età, preparazione, aspettative, lei però  ci sa fare e , a tratti ti trascina lontano. E' un incanto tutto speciale. 

Qualcosa di simile alle ormai passate veglie contadine, con la vecchia saggia al centro che  condivide il suo sapere con la comunità.

Una Grande Madre. In fondo anche Miss Marple e anche Sandra sono delle "que sabe", le donne che Clarissa Pinkola Estez definisce  "Donne che corrono con i lupi ". La Que Sabe è “colei che sa”, l’Anziana, la Saggia. Donna, a volte “madre”, a volte “nonna”, altre volte “matrigna”, spesso “strega”. Altre volte tutte queste figure insieme.

Una insomma che tiene acceso il fuoco per la tribù, perché nessuno perda la strada e perché  il buio non vinca la sua eterna battaglia con la luce.

Sandra non ha solo questa vis ancestrale, è anche moderna anzi modernissima. In un certo senso lei è una story teller, si appassiona e ti appassiona a vicende come quelle legate alle feste ebraiche, ai vari popoli della Great Britain and Ireland, agli effetti nocivi della cocaina sulla vita affettiva e sessuale. allo stupro di Artemisia Gentileschi, che sempre le suscita una profonda  indignazione, al discorso di Kennedy, che invece la commuove,  il celebre I have a dream...Ich bin ein berliner, tenuto a Berlino ovest nel 1957, l'anno in cui venne eretto il famigerato muro, 

Nell'incipit parlo di attrici e di palcoscenici, non sorprende quindi che uno dei maestri di Sandra  sia  un attore, John Peter Sloan, cabarettista di Zelig, il  locale milanese che, negli anni scorsi, ha sfornato ialcuni tra i  migliori  comici teatrali e televisivi

Oggi John Peter Sloan non c'è più, rimangono i suoi libri didattici, gli amici, i compagni di lavoro e quelli che da lui hanno imparato così tanto sulla lingua inglese. 


Tornando alla nostra protagonista, chi giudica il mondo in maniera stereotipata, si chiederà magari da dove venga tutta questa originalità, questo spirito indipendente, ad una donna nata in un piccolo paese un po' ai confini di tutto, di regione, dialetti, cultura, costumi, quei folkways cari all'antropologia, che sono un incrocio tra Lombardia e Piemonte...

Di sé stessa dice che è stata una bambina felice.

I suoi avevano un albergo- ristorante il San Michele, allora Candia lomellina era molto più grande e popolata, c'erano negozi, un buon servizio ferroviario, oggi ripristinato ma, nonostante la tecnologia più avanzata, molto meno efficiente.

Arriva la guerra e quell'universo circoscritto e felice va in frantumi, il padre, nonostante non sia più giovanissimo, viene chiamato alle armi, la madre riprende il mestiere di sarta che in gioventù aveva intrapreso con successo, dopo aver studiato all'Atelier Meravilleus di Torino, e lasciato con dispiacere una volta sposata per dedicarsi, com'era tipico dell'epoca, alla famiglia. 

Ad un certo punto il padre sarà ricoverato in ospedale a Vigevano, dove trascorre un periodo lunghissimo tra la vita e la morte, la bambina, ora più grande e meno felice, lo rivede dopo mesi, smagrito, irriconoscibile.

L'albergo intanto viene sequestrato dai tedeschi. Sandra e la madre provano quasi pena per i ragazzi austriaci, soldati semplici, sempre gentili,  e forse anche loro costretti a quella guerra dopo che Hitler, nel 39, aveva invaso Austria e Polonia, annettendole con la forza. 

E' un tempo cupo quello, il gerarca di turno, il Bardelli, piomba di continuo in casa loro cercando il padre che, finalmente guarito, per salvarsi ha dovuto comunque andarsene, nascondersi e ancora una volta lasciare la famiglia, 

Sandra ricorda soprattutto il battere degli stivali. Quando quell'uomo tremendo perlustrava la casa, frugando ovunque, a lei tremava  il cuore. 

Rammenta anche  l'arrivo dei mongoli, così in paese chiamavano, confondendoli con i turcomanni alleati di Hitler,  i marocchini, alleati, che distribuivano cioccolata dalle camionette. 

Alla fine del conflitto la madre continuerà con la sua sartoria ormai avviatissima, il padre gestirà una mensa, Sandra è ormai cresciuta e la mamma decide di regalarle un lungo soggiorno all'estero, come ragazza au pair presso una famiglia inglese che l'accoglie con gran calore e un terribile piatto di spaghetti infilati crudi nel forno. In omaggio alla sua italianità. Si sa noi siamo pizza, mandolino e... spaghetti.

Tra gli episodi indimenticabili di quella permanenza c'è l'incoronazione della venticinque Elisabetta, di solo qualche anno più grande di Sandra, nell'Abbazia di Westminster, nel 1953. 


La BBC filmò l’intera incoronazione, fu il primo video ad essere trasmesso in eurovisione, e per molte persone fu il primo evento in assoluto visto attraverso il piccolo schermo. 27 milioni di persone nel Regno Unito, su 36 milioni di abitanti, seguirono la cerimonia, mentre 11 milioni erano sintonizzati sulla radio. Tra i tanti giornalisti stranieri c’era anche Jacqueline Bouvier che, prima di diventare la First Lady degli Stati Uniti d'America, meglio conosciuta come Jackie Kennedy, era un'inviata per il Washington Times-Herald.

Com'è come non è Sandra sembra possedere questa proprietà, mescolare la storie personali con la storia di tutti, la storia grande, le stories con la History: guerre, incoronazioni, famiglia, malattie, anche gravi, superate con la forza che le è propria.

Naturalmente dell'inglesità ha assorbito un certo riserbo, così alla mia richiesta di farle una sorta di intervista mi ha dato giusto un assaggio, una sua testimonianza  sulla guerra, scritta per un'altra occasione, mi ha detto però di aver sempre tenuto un diario. Chissà!

Come dicono gli inglesi Will see. 


John Peter Sloan (Birmingham, 27 febbraio 1969 – Menfi, 25 maggio 2020) è stato un insegnante, comico, cabarettista, attore teatrale, commediografo e regista teatrale inglese.

 

Clarissa Pinkola Estès (Indiana, 27 gennaio 1945) è una scrittrice, poetessa e psicoanalista statunitense, specialista in disturbi post-traumatici.

Nata da una famiglia ispano-messicana, all'età di 4 anni è stata adottata da una famiglia ungherese. È cresciuta nei pressi della frontiera del Michiana, a nord del Midwest. Verso la fine degli anni sessanta è emigrata a occidente, in prossimità delle Montagne Rocciose, dove è vissuta a contatto con persone provenienti dalle più svariate parti del mondo. Si è laureata in psicologia etno-clinica e si è poi specializzata in psicologia analitica.

È stata direttrice del C.G. Jung Center di Denver.

Nei quattro anni successivi al massacro alla Columbine High School si è occupata del sostegno psicologico alla comunità. Dopo l'11 settembre 2001 ha lavorato con i sopravvissuti e con i familiari delle vittime della costa occidentale e orientale degli Stati Uniti.

Ha ricevuto il Las Primeras Award, “The First of Her Kind” dalla Mexican American Women's Foundation, Washington D.C, e il Primo Premio Joseph Campbell “Keeper of the Lore”. Ha inoltre curato l'introduzione all'edizione per il centenario della nascita di Joseph Campbell de L'eroe dai mille volti

Da sempre impegnata nel sociale, ha fondato la "Guadalupe Foundation", un'organizzazione che si occupa di trasmettere via radio delle brevi storie che hanno lo scopo di istruire le popolazioni africane su questioni di salute e igiene.[4] Nel 2006 è stata ammessa alla Colorado Women's Hall of Fame, un'organizzazione che dà riconoscimenti alle donne che hanno contribuito alla storia dello Stato del Colorado.

Il suo primo libro, Donne che corrono coi lupi, è stato accolto con estremo favore da critica e pubblico ed è rimasto nella classifica dei best seller del New York Times per tre anni.