L'ultima estate nel ghetto.
Ce lo siamo ripromessi. Non ce ne sarà un'altra, Dieci anni e passa d'incubo. Il Paesello, diciamocelo, è invivibile e non è un vero Paese. Somiglia più a un ghetto.
Nei ghetti l'atmosfera è soffocante, in estate si
muore, non c'è verde, nei ghetti il prepotente la fa da padrone e il mite
soccombe, regnano paura, claustrofobia, botte, frastuono, droga, sesso triste, un po' come nella Terra Desolata di Elliot,
L'amore è finito, il velo, non so se quello di Maja, è caduto. ogni incanto perduto.
Vedo il Paesello per quello che è, a modo suo molto moderno anzi post moderno, una manciata di case o fatiscenti o ristrutturate con pretese di eleganza e di lusso: non fosse per l'arroganza che esprimono potrebbero far tenerezza.
Malassortite le case, malassortita la gente, se c'era una comunità oggi non c'è più, resistono giusto un paio di agricoltori, immagino incalzati dai cinesi, risaioli di classe i cinesi, pensandoci bene il numero degli agricoltori si è ulteriormente ridotto perché uno dei due è fallito e se ne è andato chissà dove. C'è poi una famiglia, con qualche origine locale, che fa da asso pigliatutto, un cognome molte case, e poi ci sono gli altri, i foresti, illusi o poveracci o entrambe le cose. Tra questi noi.
Coppia nell'arte e nella vita. Siamo le Stellerranti. O eravamo? Musicisti, preparazione classica, concerti originali tra teatro e musica, sacro e profano, colto e popolare. Un tempo.
Oggi siamo due disperati tra i disperati. Siamo diventati perfetti abitanti del ghetto. Categoria miti che subiscono.
Qui abbiamo vissuto l'allucinante spettacolino dell'uomo massa, individualista e feroce, in questo sta la modernità del Paesello: servizi inesistenti, inquinamento e disalberazione, socialità e cultura ridotti a meno di zero compensati da devastazione, chiasso, incuria, siamo spravvissuti tra rifiuti, macerie, abusi edilizi, insulti, minacce di morte, provocazioni continue.
Con quali colpe?
Forse di rincorrere l' utopia ingenua di una grazia modesta ma dignitosa, non lussi o straccioneria, il tentativo di Essere e di Esserci. Il tentativo di cura di quel che ci sta intorno. Imperdonabili
No, non possiamo rispondere per le rime: a volte il nostro lavoro d’artisti ci porta ad avere a che fare con situazioni che richiedono una fedina penale immacolata e dobbiamo essere cauti. Poi c'è l'etica. Quasi un' eresia.
Lavoro d'artista che ci è stato di fatto interdetto, a noi è vietata anche una sola nota, secondo fini estimatori la nostra è una musica di merda e teniamo concerti solo per gli amci, quali professionisti! Screditare, isolare, tralascio l'ultimo verbo, non amo sembrare melodrammatca.
Ti tengono solo in considerazione per le cerimonie più ufficiali nella chiesa del Paesellone, l'unica a ringraziae è la suora che è un'anima gentile, le maestranze ringraziano persino il fiorista ma mai l'organista.
Forse sono state etica e gentilezza a guadagnarci le botte: mio marito Pier è stato aggredito per ben due volte.
La prima volta il Vicino Violento, nome non tanto di fantasia, irritato dal fatto che gli avessimo chiesto di moderare il volume di radio e televisione, dopo notti insonni e giorni infernali, ha cercato di spezzare le dita di Pier, non sapendo quanto elastiche siano le dita di un pianista, mesi comunque di poco lavoro e nessuna solidarietà del Paesello, intanto di musica non si vive e poi noi siamo due che non si fanno gli affari propri, due che parlano di diritti, due della Colonia, così chiamano il Paesello quelli del Paesellone, due cenciosi che abitano nelle catapecchie, cioè le casette di corte, e hanno l'ardire di parlare di rispetto, igiene, decoro e silenzio Due che non chiedono favori. Non sense.
Da dieci anni siiamo in ballo, volenti o nolenti, con sedute e tribunali.
Il Vicino Violento in Tribunale non si è mai presentato, inizialmente ha nominato come suo difensore d'ufficio un avvocato, quasi suo compaesano, radiato dall'Ordine per reati di ndrangheta, all'epoca della prima udienza l'ex avvocato non era nemmeno libero perché stava in carcere.
Per le altre convocazioni il Violento ha lasciato carta bianca agli avvocati d'ufficio. Sette anni per la prima causa. Siamo alla condanna numero tre in sfavore del nostro eroe, condanna che si aggiunge a precedenti giovanili e meno giovanili, un curriculum di un certo spessore. ma il brav'om se ne impippa e le cose vanno come sempre. Forse si smuoverà qualcosa quando tutti quanti, buoni e cattivi che si sia stati, saremo morti e sepolti. Come dice un'amica leguleia: i tribunali non mettono mai in esecuzione.
Nel frattempo ci siamo rifugiati sull'Appennino, c'è stato il Covid, siamo dovuti tornare perché abbiamo finito i soldi, il nostro ha aggredito Pier una seconda volta, fratture alle costole. .
Forse questa storia è un storia piccola con delle sfumature che la fanno sembrare la classica bega tra vicini, credo però racconti qualcosa sul degrado, mia opinione. Inutile dire che per i Vicini Malvagi siamo noi ad essere i Vicini Malvagi,
Nel Paesello intanto cresce la vocazione al malaffare, lo spaccio, il business degli alloggi comprati a due lire, affittati o venduti ad altri senza un quattrino, il sabato sera poi al delirio normale si aggiunge il delirio del sabato sera, colpisce soprattutto felini e tassi, la moria è impressionante. Del resto è impressionante anche il numero dei cancri del Paesello, nella sola nostra corte siamo fuori da ogni statistica. Non importa niente a nessuno. Insomma il ghetto.
Il Paesello è comunque un ghetto blasonato, abbiamo avuto cinquanta cani stipati nell'alloggio di fianco al nostro, lo stipatore è ancora on the mark se interessa. Dimenticavo: i cani sono in regolare affido da parte dell'Azienda Sanitaria che compensa, non tanto lautamente ma compensa, Mister Stipatore, un altro pieno di alloggi dove sposta le bestiole come nel gioco dei dadi del metrò. Dove sono i cani? Sono qui! No sono in un altro posto...Una taramasca. ( parola lomellina circo, sarabanda, corteo stregato)
Titoli e clsse sociale più elevata degli abitanti non contano, noi ad esempio siamo stati oggetto anche delle rappresaglie velenose del Sciur Dutur, altro Vicino, categoria illuso, sottocategoria illuso incattivito che si fa prepotente e rbaldo.
Uno che, forte della sua posizione, ha persino impunemente ospitato, non certo per umana pietas, due disgraziati in un box che non aveva né acqua né servizi, tutti sapevano, tutti si facevano gli affari loro.
Si è profuso il Sciur Dutur, coinvolgendo compagne, amici e parenti, in maldestri concertini di chitarra elettrica, animazione con tuono car, feste di dodici ore e passa con tanto di impianto professionale e centiania di persone, eravamo ancora nell'era delle restrizioni dovute alla pandemia.
Il Sciur Dutur non è però un vero villain è piuttosto il solito cittadino buggerato, ha comprato ad un prezzo assurdo per la zona, vagheggiando piscine e prati all’inglese, e si è ritrovato un brutto fabbricato fintamente e malamente riammodernato, un terreno indomabile e un cancello che non può mettere. La splendida magione, al pari delle catapecchie, è gravata dalle servitù attive, iattura o fortuna del mondo rurale, noi per accedere al nostro giardino dobbiamo forzatamente passare dal suo fondo e da qui il livore, ereditato di proprietario in proprietario Una faida.
Siamo tutti dei buggerati in questo posto perché, per il prezzo che hai pagato e paghi, in tutti i sensi, quello che ricevi è niente.
Un ex abitante che è riuscito a vendere, dovrei scrivere a svendere, mi ha confidato "comprare casa al paesello è stato l'errore più grande della mia vita".
Se la rideva un pomeriggio uno dell'amministrazione, uno che viene dal primo comune lombardo sciolto per mafia, uno che non paga nemmeno la pigione, a lui le cose le regalano, se la rideva e diceva"non sono mica scemo a comprare casa qui".
Ce l'avesse detto prima!
Quest’ultima estate, non è la prima, siamo stati praticamente buttati fuori di casa, scacciati dal continuo marasma sonoro del Vicino Violento, dalle sue intimidazioni, barricati e prigionieri negli indispensabili momenti di permanenza.
Difficile comunque trovare un vero rifugio nel Paesello, le case sono un tripudio di permessi e condoni impossibili, costruzioni magari in eternit e forati senza allacciatura alla fogna, nessun rispetto per le distanze, semplicemnte non dovrebbero esistere o si dovrebbe revocarne l'abitabilità ma siamo appunto al Paesello.
Siamo scesi sotto la soglia del niente. Adesso abbiamo meno di niente. Nemmeno la casa e un minimo di libertà personale. Forse sono gli altri ad averne troppa e non ne rimane per noi. Altro che habeas corpus.
Il Paesello che non è un paese è abbandonato, ringhioso, l'ultima tromba d'aria ha divelto la croce del campanile che ora penzola misera e storta. Amen.
Il Paesello in estate ha la febbre, è nudo e riarso, da che stiamo qui sono stati abbattuti più di dieci grandi alberi. L'albero e i rami sono il Male. questo è forse l'unico retaggio del mondo contadino cattolico, quello che vedeva la natura come perversa, bene incarnata dalla sirena bicaudata della bellissima basilica in arenaria di San Michele a Pavia, un simbolo del demonio. E pure femmina.
Retaggio che si sposa benissimo con cementificazione e devastazione ambientale.
Il Paesello è sporco: diserbo, corti, terreni e campi pieni di pattume. D'ogni genere. La
Lomellina tutta pare avere questa funzione di pattumiera
Di una cosa però sono sicura: un giorno noi con tutti i gatti della colonia, croce e delizia, altra battaglia, ce ne andremo dal ghetto. Alla maniera dei personaggi di Chagall, Ci faremo crescere le ali e voleremo via.