Non passa inosservata.
Lunghi capelli d'argento e un grosso cane al guinzaglio. Dopo un po' il cane non c'è più e lei passa meno di frequente. Qualcuno ci dice che è di Rosasco, meta di una delle nostre passeggiate preferite.
La troviamo infatti a Rosasco, al mercatino allestito nel campo sportivo, scambiamo due parole, forse beviamo un caffè insieme, qui la memoria vacilla, ci dice di venire dalla città. L'avevamo capito dalla giangia. Termine bellissimo del dialetto locale, traducibile con piglio, spirito, verve.
Non è affatto un giorno in cui splenda il sole, pioviggina e nel pomeriggio la pioggerella si trasformerà in pioggia battente.
Noi siamo venuti per Antonia e Marco, due amici milanesi che vendono saponi e cosmetici naturali, il loro banco profuma di lavanda e limone, compriamo un dentifricio indiano e un sapone di Aleppo. Ad un altro banco acquistiamo una sedia a dondolo. Oggetto che, nella Casa delle Stelle, non troverà mai una vera collocazione, è ancora con noi però, migra di stanza in stanza, piuttosto scomoda, un tantino ingombrante e non bellissima.
A ricordare, forse, una fase iniziale piena di aspettative e speranze. E di errori.
Abitiamo al Paesello da pochissimo e, ingenuamente, questo mercatino un po' alternativo, questo incontro con la nostra camminante in cui ci riconosciamo, siamo il Popolo che viene da fuori, ci danno l'idea che tutto andrà bene, che la campagna non sia più quella di una volta, chiusa e refrattaria al cambiamento. Che, non da qualche parte e in qualche altro tempo, ma qui e ora , ci sia un posto per noi. Somewhere
Com'è come non è non la rivediamo più. Anche in questi paesi piccolissimi ci si può perdere di vista.
La rintracciamo di recente su Facebook e oggi ci racconta di questo suo lungo San Valentino.
Milano, 14 febbraio 1977, è ancora buio, sono le cinque del mattino, sul balcone vicino al cielo, questo non lo so ma mi piace immaginarlo, una ragazza e un ragazzo si scambiano gli anelli. Testimoni, due cani. Sono anni informali, c'è fermento, c'è voglia di rovesciare il rovesciabile, anche in questo caso le aspettative e le speranze sono tante, poche si sono realizzate. E molti sono stati gli errori.
Ma, di tutto ignari, i nostri due amanti forse si baciano, non sull'alta e ventosa collina come in "Love is a many splendored thing" ma sul balcone meneghino, probabilmente si giurano che sarà per sempre.
Gli dei ridono? Non in questo caso. I due ragazzi, divenuti marito e moglie, padre e madre, sono ancora insieme in quel di Rosasco.
E' una storia a lieto fine.
Una bella storia.
A proposito la chiesa principale di Rosasco è dedicata a San Valentino:
Buona festa all'amica ritrovata e a tutti quanti. Soprattutto agli Innamorati non più giovanissimi, a quelli che, come noi, hanno ballato con la fanciulla scheletro e hanno conosciuto la fine dell'amore romantico e l'inizio di quello profondo. Yes, true love!
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